La presenza di un fiume, con la vegetazione che ne accompagna il defluire, costituisce un elemento fondamentale del paesaggio. Questo vale anche per Vigodarzere con il Brenta o meglio "la Brenta", ricordando la vecchia dizione ormai quasi dimenticata ma che richiamerebbe meglio la tradizione e la cultura legate a questo fiume e, dunque, anche al nostro territorio. Il Brenta nasce dal lago di Caldonazzo a 450m s.l.m., nel territorio di Vigodarzere riceve le acque del torrente Muson dei Sassi, poi aggira a nord la città di Padova e si dirige a sud-est fino alla foce, nei pressi di Chioggia. Poco prima della foce vi confluiscono le acque del Bacchiglione e d'altri canali. Dalle sue caratteristiche, dalla sua posizione, dal regime delle sue acque, nonché dalle sue esondazioni e dalle divagazioni del suo alveo derivano molte caratteristiche peculiari della zona di Vigodarzere. Il Comune si snoda lungo un tratto del fiume seguendone il profilo; il capoluogo, come anche le frazioni di Saletto e Tavo giacciono in anse del Brenta ed è facile capirne i motivi. La maggior vicinanza al corso d'acqua costituiva, infatti, un'ottima difesa in caso d'attacchi nemici, una fonte per l'approvvigionamento d'acqua dolce indispensabile alla vita d'ogni giorno, nonché una via di comunicazione per il trasporto di merci o persone e quindi per il commercio con le altre città che si affacciavano sullo stesso corso d'acqua. Le prime notizie storiche sul Brenta ci sono riportate dallo storico padovano Tito Livio dell'epoca d'Augusto, e da Strabone, geografo greco suo contemporaneo. Dall'epoca preromana fino circa al 500 il nome del Brenta era Medoacus, il nuovo nome, Brenta, appare per la prima volta verso la fine del VI secolo. Questo nome potrebbe derivare dalla voce tedesca "brint" o "brintl" che significa "fontana" o dalla voce "bruntz" che significa "sorgente
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